Consapevolezza, una parola molto
diffusa che ormai troviamo ovunque; cosa vuol dire?
Ecco alcuni significati:
aver piena conoscenza di qualcosa, essere perfettamente al corrente, sapere,
conoscere, essere cosciente. È un qualcosa di simile alla conoscenza e al
sapere, ma più profondo perché se ne è fatta anche esperienza.
Si può essere consapevoli di qualcosa che è sia
all’esterno che all’interno di sé; per esempio, io posso sapere cosa sia il fuoco
perché ne ho sentito parlare, l’ho visto nei video, magari anche dal vivo, ma
sono diventata consapevole di cosa realmente sia quando ne ho avuto esperienza,
quando ho fatto un falò, quando mi sono bruciata ed ho imparato a mie
spese/preso consapevolezza (prima lo sapevo per sentito dire) che se si mette
il dito sulla fiamma, dopo un po' ci si brucia.
Essere
consapevoli di se stessi, invece, vuol dire sapere, avere la cognizione di
esistere, di essere al mondo, un essere umano, ma più che saperlo significa
sentirlo sulla propria pelle, viverlo. Possiamo includere la consapevolezza di sé
in 3 categorie:
- consapevolezza cognitiva e quindi sapere di essere un “essere pensante” (cogito ergo sum), essere consapevole dei miei pensieri, dei ragionamenti, di ciò che percepisco, ecc.
- consapevolezza corporea, che non vuol dire semplicemente sapere di avere un corpo, ma sentirlo, percepirci come degli esseri incarnati in un corpo, muoversi, stare fermi, compiere ogni azione sentendo non con la mente, ma con il corpo.
- consapevolezza emotiva, non è solo sapere di avere delle emozioni, si avvicina a quella che Goleman (1995) chiamava “intelligenza emotiva”, ovvero la capacità di riconoscere le proprie ed altrui emozioni, saperle esprimere e gestire.
Perché
essere consapevoli ci permette di essere più felici? Quando siamo consapevoli i nostri sensi (cognitivi, fisici, emotivi e spirituali) sono aperti, ci godiamo e apprezziamo di
più la vita, il cibo, i posti che ci circondano e soprattutto
noi stessi; ci accettiamo, senza giudicarci. Ciò non vuol dire che
“siamo fatti così e allora non possiamo cambiare”, tutt’altro, ma che
accettiamo quello che siamo, e quest’accettazione ci rende più liberi, allora
il cambiamento, il miglioramento, la crescita personale vengono da sé, perché
si ama di più se stessi e anche gli altri.
Consapevoli non si nasce, indubbiamente lo si diventa! Non si tratta di un
concetto astratto ma molto concreto, di pratica, esperienza,
vitalità. Per esempio, camminare in modo consapevole vuol dire sentire il
proprio corpo, la postura, le gambe che ci sorreggono, i piedi posti a terra,
i muscoli che si sforzano per
permetterci di muoverci; vuol dire sapere dove e come mettiamo i piedi, che
direzione prendiamo, sentire l’aria che accarezza il corpo, i profumi
nell’aria, apprezzare la bellezza di ogni cosa che si incontra, nuove o vecchie
che siano, semplicemente accorgersene; vuol dire anche sentire i ricordi
affiorare, le emozioni sorgere e via discorrendo. Tutto ciò può durare una
giornata, un’ora o qualche minuto. Non è la quantità, ma la qualità del tempo
che permette di avere una tale esperienza.
Dunque come si impara ad essere consapevoli e
quindi anche felici?
-scrivere su un diario una lista di eventi positivi accaduti;
- annotarsi
le cose di cui si è grati;
- individuare
gli episodi in cui si ha avuto successo.
Questi
esercizi, oltre a permettere che l’attenzione si focalizzi su ciò che di
positivo è successo nell’arco della giornata, rafforza l’autostima, la fiducia in sé e nelle proprie capacità, in
quanto ci si rende conto/prende consapevolezza di quelle che sono le proprie
risorse e punti di forza. Spesso in periodi di difficoltà e sofferenza può
essere difficile notarlo, proprio perché automaticamente il focus dell’attenzione
va sugli eventi negativi, sul dolore, le difficoltà; ma con un piccolo sforzo
cognitivo e comportamentale si può intraprendere un grande percorso di crescita
personale in cui si imparerà a individuare la propria forza interiore, anche e
soprattutto in quei momenti di crisi. La crisi
d’altronde è un’opportunità.
Se in questo
modo si arriva a prendere consapevolezza, in un certo senso più cognitiva,
esistono altre pratiche diffuse per il mondo, che facilitano una profonda consapevolezza
corporea ed emotiva e in generale di sé; tra queste la mindfulness e altre tecniche psicosomatiche che danno enormi
benefici sulla salute, intesa come un completo stato di benessere fisico,
psichico e sociale (OMS, European Observatory on Health Systems and Policies).
La
Mindfulness è un’attenzione consapevole a quello che c’è nel momento presente, a
cominciare dal proprio respiro si impara a sentirlo, a riconoscere i vari
cambiamenti del proprio corpo in termini di attivazione del sistema nervoso
simpatico e parasimpatico, a percepire cosa succede al corpo in ogni circostanza,
a riconoscere le proprie emozioni che insorgono, a prendere confidenza con esse
(se non siamo stati abituati a farlo fino a quel momento), ad accettarle, ad
accettare se stessi così come si è. Una descrizione più accurata della
mindfulness e delle varie pratiche associate è disponibile qui.
Quanto più
si diventa consapevoli di sé in senso olistico (olos=tutto), del corpo,
emozioni, pensieri e comportamenti, tanto più si svilupperà la capacità di
godersi ogni cosa, momento per momento, senza aspettare di essere felice in
futuro per qualcosa che accadrà, ma ad esserlo ora, nel momento presente, in
quell’istante, magari anche senza che sia accaduto alcun evento speciale,
semplicemente perché si esiste, perché ci si sente vivi, perché si sente la
vitalità del e nel proprio corpo.
Questi benefici
sono confermati da migliaia di ricerche scientifiche che hanno messo in luce
gli effetti della mindfulness sulla
salute globale, tra cui:
- diminuzione di cortisolo, adrenalina e noradrenalina, riducendo gli effetti dello stress e dell’ansia, rafforzando il sistema immunitario e facilitando il rilassamento;
- aumento di endorfine, ossitocina e serotonina, responsabili delle sensazioni di benessere, piacere, vitalità, amorevolezza che diminuiscono anche gli stati depressivi.
Come una famosa pubblicità recitava “se
non ti lecchi le dita, godi solo a metà”, anche se non impariamo ad essere
consapevoli di noi stessi non riusciremo a goderci pienamente la vita, il piacere, il
cibo, il paesaggio, le amicizie, la sessualità, il lavoro e tutta la gamma di
esperienze che si possono fare nella nostra esistenza.
Provare per credere!
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Per approfondimenti:
Montecucco N. F. (2010). Psicosomatica Olistica. Mediterranee
Brown et al. The benefits of being present: Mindfulness and its role in
psychological wee-being.Journal of Personality and Social Psychology, Vol
84(4), Apr 2003, 822-848.
Seligman M. (2004). Authentic
Happiness: Using the New Positive Psychology to Realize Your Potential for
Lasting Fulfillment. New York