Durante il periodo di studi sia a scuola che all’università le richieste di prestazione cognitiva per gli studenti sono molte e frequenti (verifiche, interrogazioni, esami, test d’ingresso, ecc.) e spesso può risultare difficile gestire l’ansia e lo stress ad esse associati.
Ansia e stress sono necessariamente fattori negativi? Come influiscono sull’organizzazione dello studio e sulla prestazione?
Ogni evento critico a seconda di come venga percepito e gestito, può dar luogo ad effetti positivi o negativi per il benessere dell’individuo.
Nel momento in cui l'organismo si trova di fronte ad un agente stressante, detto stressor, questo cerca di adattarsi e ristabilire la precedente condizione (omeostasi); tale processo avviene in 3 fasi: allarme, resistenza, esaurimento (Seyle, 1956).
- La fase di allarme è innescata quando l'organismo è
provocato dallo stimolo stressante, per cui avviene un'attivazione
psicofisiologica in cui il SNA viene sollecitato per far fronte
all'emergenza o evento critico, dando luogo all’aumento del battito
cardiaco, della circolazione sanguigna e della produzione di ormoni.
- Nella fase di
resistenza l'organismo si adatta alle nuove richieste, si
mobilitano le risorse per cercare di combattere e contrastare gli effetti
negativi dello stressor e vengono prodotte risposte
ormonali (ormoni antinfiammatori, corticosurrenali).
- Infine, se questa fase si
prolunga nel tempo, lo stress diventa troppo intenso, causando un crollo
delle difese che rende incapace l'organismo di adattarsi ulteriormente e
provoca uno stato di affaticamento (fase dell'esaurimento) che può
portare alla comparsa di sintomi psicofisici.
Quali sono gli stimoli stressanti? Ogni stressor è negativo, o esistono anche stimoli positivi? A questa domanda lo stesso Seyle (1956) ha tentato di rispondere, definendo gli stimoli come fisici, psicologici, sociali o ambientali, e descrivendo 2 tipi di stress:
- eustress, uno stress
"positivo", acuto, ma si esaurisce nel momento in cui viene
raggiunto un obiettivo, migliora la capacità di adattamento psicofisico e
permette di reagire con prontezza, concentrazione ed efficacia;
- il distress,
invece, è uno stress cronico che attiva ripetutamente le risposte
fisiologiche fino all'esaurimento delle difese, causa insicurezza, ansia,
rabbia e sensi di colpa per l'incapacità di raggiungere un obiettivo.
Similmente l’ansia,
intesa come attivazione psicofisiologica (arousal), a
seconda del suo livello di eccitazione può favorire o sfavorire le prestazioni
fisiche e cognitive dell’individuo (Yerkes e Dodson, 1908). Infatti se i livelli sono troppo
bassi, non c’è sufficiente attivazione psicofisiologica da permettere una
buona motivazione e concentrazione e può dar luogo a sensazioni di stanchezza
ed impotenza; al contrario, quando l’arousal è troppo
elevata, aumenta il battito cardiaco, la sudorazione, la pressione
arteriosa, diminuisce il controllo delle reazioni emotive (paura, pensieri di
fallimento, catastrofici, ecc) che impediscono all’attenzione e alla
concentrazione di essere ottimale.
Ciò che,
invece, permette un’efficace prestazione cognitiva (flow)
e non solo, è l’intermedia attivazione psicofisiologica che
facilita la concentrazione e il controllo delle proprie azioni e reazioni
emotive, non ostacolando i processi cognitivi, ma al contrario favorendoli,
consentendo un buon recupero delle informazioni immagazzinate e generando un
senso di benessere ed autoefficacia.
Non fatevi prendere dal panico! Se sentite che l'ansia incombe poco prima dell'esame non temetela, sfruttatela! Sì, sfruttatela come quell'attivazione giusta e necessaria perchè la vostra concentrazione e prestazione sia efficace e produttiva; se, invece, percepite che diventa troppo forte (pensieri intrusivi, battito cardiaco accelerato, ecc.) fate tre respiri profondi e lenti (se necessario qualcuno in più), pensate positivamente alle vostre capacità, all'impegno messo nello studio e cominciate!
A tal proposito la mindfulness risulta molto efficace nel migliorare la capacità di concentrazione, gestire l'attivazione psicofisiologica dell'ansia e ridurre lo stress. Si tratta di una pratica di consapevolezza, basata sulla respirazione, che consiste nel prestare attenzione al momento presente.
Non fatevi prendere dal panico! Se sentite che l'ansia incombe poco prima dell'esame non temetela, sfruttatela! Sì, sfruttatela come quell'attivazione giusta e necessaria perchè la vostra concentrazione e prestazione sia efficace e produttiva; se, invece, percepite che diventa troppo forte (pensieri intrusivi, battito cardiaco accelerato, ecc.) fate tre respiri profondi e lenti (se necessario qualcuno in più), pensate positivamente alle vostre capacità, all'impegno messo nello studio e cominciate!
A tal proposito la mindfulness risulta molto efficace nel migliorare la capacità di concentrazione, gestire l'attivazione psicofisiologica dell'ansia e ridurre lo stress. Si tratta di una pratica di consapevolezza, basata sulla respirazione, che consiste nel prestare attenzione al momento presente.
Una serie di ricerche nel campo delle neuroscienze hanno messo in luce, attraverso la risonanza magnetica e tecniche di neuro-immagine, alcune trasformazioni che avvengono a livello cerebrale in coloro che praticano regolarmente la mindfulness. In particolare si è visto:
- un ispessimento della materia
grigia nell’ippocampo, che regola la memoria e l’apprendimento;
- un assottigliamento
dell’amigdala, coinvolta nelle reazioni di paura, ansia e stress;
- un incremento dell’attività
della corteccia del lobo prefrontale sinistro, sede delle emozioni
positive.
Una consulenza psicologica allo studio, potrebbe
aiutare gli studenti a gestire eventuali problematiche di tipo cognitivo,
sociale o psicologico legate alla vita scolastica/universitaria, ad aumentare
la consapevolezza sul proprio livello di prestazione, ad apprendere nuovi
metodi più efficaci per prepararsi alle verifiche, interrogazioni ed esami, ad
acquisire tecniche di rilassamento e di gestione dell’ansia, prevenendo così
l’insorgere di sintomi, la dispersione scolastica o universitaria e migliorare
lo stato di benessere generale.
Richiedi una
consulenza gratuita chiamando il 3462152570!
Per
ulteriori approfondimenti:
- Seyle, H. (1956). The Stress of life. York: McGraw-Hill.
- Yerkes RM, Dodson JD (1908). "The
relation of strength of stimulus to rapidity of
habit-formation". Journal of Comparative Neurology and
Psychology 18: 459–482
- Kabat-Zinn J. (1991). Vivere momento per
momento. Milano: Corbaccio, 2005
- Montecucco N. (2010). Psicosomatica Olistica.
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