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ANSIA: ISTRUZIONI PER L'USO

"Che Ansia!" "C'ho l'ansia!" sembra ormai essere diventata una frase di  moda.

Sappiamo veramente di cosa si tratta?  Facciamo un pò di chiarezza.

Il termine ansia deriva dalle parole latine "ango" che vuol dire stringere, soffocare e "anxius" ossia affannoso, inquieto; dunque qualcosa che toglie il respiro, che soffoca, creando affanno ed inquietudine.


In Psicologia è spiegata come una manifestazione a livello emotivo di paura, apprensione; a livello somatico e neurovegetativo come tensione muscolare, respiro affannoso, aumento del battito cardiaco, sudorazione, tremore, vertigini; a livello mentale come un aumento dell'attività cognitiva caratterizzata da pensieri persistenti e preoccupazione. Tutto ciò trova una corrispondenza ormonale, che ne spiega la sintomatologia, in particolare per la produzione di cortisolo (il cosiddetto ormone dello stress-paura-ansia), adrenalina e noradrenalina.

L'ansia è "buona" o "cattiva"?
Cominciamo col dire che l'ansia è una normale e comune reazione psicofisiologica, non si tratta di definirla buona o cattiva,  ma piuttoso occorre considerare i livelli di attivazione. Come già descritto qui "se i livelli sono troppo bassi, non c’è sufficiente attivazione psicofisiologica da permettere una buona motivazione e concentrazione e può dar luogo a sensazioni di stanchezza, apatia, rallentamento ed impotenza; al contrario, quando l’arousal è troppo elevata, aumenta il battito cardiaco, la sudorazione, la pressione arteriosa, diminuisce il controllo delle reazioni emotive (paura, pensieri di fallimento, catastrofici, ecc) che impediscono all’attenzione e alla concentrazione di essere ottimali". 


Moda o disagio reale?
Alcune persone mi hanno chiesto se l'ansia si sia così diffusa come una tendenza ad essere agitati di fronte alle esperienze o se sia realmente aumentato come disagio o disturbo tra bambini, adolescenti e adulti. Quel che è certo è che la società in cui ci troviamo, almeno in Italia e nel mondo Occidentale, ci mette continuamente di fronte a sfide, missioni ed esami a cui dobbiamo sottoporci con non poca pressione dietro. Dobbiamo essere i migliori in tutti i campi: in famiglia, a scuola, nella vita sociale, negli hobby, nel lavoro e nell'economia. Ci credo che ci viene l'ansia da prestazione... Pare che non sia più ammesso sbagliare, o ancora peggio, che il vecchio detto "sbagliando si impara" non sia più in voga e valido.


Nelle mie varie esperienze lavorative ho visto bambini nella scuola primaria non riuscire a tollerare il fallimento, ragazzini alle medie avere somatizzazioni per interrogazioni, adolescenti avere attacchi di panico per gli esami.

Se da un lato i media riportano l'ansia come una tendenza (lo mostra il successo dell'hashtag ansia), dall'altro ciò che manca è la capacità di tollerare le frustrazioni, di gestire le emozioni e non andare in "tilt".
Se batte forte il cuore, mi sento svenire prima di un esame, ho paura di un evento importante, di un colloquio di lavoro o altre situazioni nuove, è totalmente normale! Altra cosa è se questa attivazione impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane al punto da evitarle, da somatizzarle in mal di stomaco, gastriti, nausea, ecc.

Se sentite che l'ansia "incombe" con quei sintomi, poco prima di un esame o di un nuovo evento, di una gara, un incontro o a volte senza apparente motivo, non temetela... vuol dire che siete vivi e probabilmente un pò reattivi. Così come quando durante una corsa si suda e aumentano i battiti cardiaci per poi diminuire dopo un pò che ci si ferma, allo stesso modo i segnali dell'attivazione ansiosa regrediranno lentamente. E se non succede? Succederà, ma quanta più attenzione daremo ai segnali, ai pensieri, alla paura, tanto più a lungo rimarrà alta l'attivazione. 

Come gestire allora la tachicardia, le vertigini, la sudorazione, la paura, i pensieri ricorrenti, la preoccupazione e l'agitazione?

Se non riesci a gestirla fermandoti e con un bel respiro profondo, potresti aver bisogno di imparare delle tecniche per tollerare lo stato di attivazione dell'ansia, di gestione dell'emergenza e anche di prevenzione.

Prendi appuntamento contattandomi qui per provare di persona le tecniche.

In cosa consistono?

Le tecniche più diffuse si basano sulla respirazione, l'ascolto di sè e l'espressione di stati interiori. Quando abbiamo a che fare con emozioni, reazioni psicofisiche e altri sintomi che in qualche modo influiscono sulla normale attività quotidiana, è il caso di rivolgersi ad uno psicologo.

Una delle tecniche o pratiche che utilizzo e che in numerose ricerche ha dimostrato successo nei risultati, è la mindfulness, una pratica di consapevolezza, basata sulla respirazione, che consiste nel prestare attenzione al momento presente, senza giudizio. Insieme ad esse vi sono altre pratiche psicosomatiche che possono aiutare a gestire i sintomi dell'ansia.

Oltre alle tecniche, attraverso il colloquio, si valuta e inquadra nell'insieme la situazione, eventualmente effettuando una diagnosi per poi basare su di esso l'intervento. Si crea uno spazio, fisico e psicologico in cui si possono liberare pensieri, emozioni, desideri in riservatezza, sicurezza e non giudizio.


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