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AMORE E ALTRI SIGNIFICATI

Per secoli e secoli l'amore è stato il tema principale di poesie, romanzi, canzoni, opere d'arte e persino studi scientifici; ma cosa si intende quando parliamo di amore?


John A. Lee l'ha descritto secondo 6 categorie o stili d'amore:

1)EROS, l'amore passionale, travolgente e coinvolgente basato sull'attrazione fisica;


2)LUDUS, l'amore come un gioco, basato sull'attrazione fisica, i giochi di seduzione ed inseguimento;


3)STORGE, l'amore amicale, tra familiari e amici basato sul desiderio di prendersi cura dell'altro e sulla convinzione che l'altro sia il proprio migliore amico;


4) MANIA, l'amore possessivo, caratterizzato da un ipercoinvolgimento ossessivo nella relazione di coppia, forte ansia, dipendenza emotiva, idealizzazione del partner, una vera e propria tossico-dipendenza da amore;


5)PRAGMA, l'amore logico, basato su costi-benefici, tende ad un rapporto societario, al lucido calcolo della ragione con ritiro di emozioni, non coinvolgimento affettivo ed esclusivo uso del raziocinio;

6)AGAPE, l'amore altruistico e disinteressato che diventa cura dell'altro e per l'altro. Non cerca più se stesso, cerca invece il bene dell'amato.

Secondo il modello trifasico di Robert Sternberg, l'amore si classifica in:
- PASSIONE: attrazione fisica e innamoramento;
- INTIMITA': emozioni di calore, affetto e fiducia;
- IMPEGNO: in cui ciascuno si impegna a vivere con la persona amata e decide di non prendere in considerazione altre opzioni (dimensione cognitiva e razionale, ma che se legata alle altre permette al legame di consolidarsi ed essere duraturo).

In modo più dettagliato, Susan Campbell descrive 5 fasi che una coppia attraversa durante l'evoluzione della relazione amorosa: l'innamoramento, la lotta per il potere, la stabilità, l'impegno, la co-creazione.
1) INNAMORAMENTO (dai 2 mesi ai 2 anni)
La prima è la fase l'innamoramento in cui tutto è bello e meraviglioso, nessuno ha difetti e l'altro è visto come la persona più perfetta del pianeta. L’uno basta all’altra, si trascurano amici e familiari perché ci si basta; è una fase necessaria perché fa sentire i due uniti all'interno di una relazione intima e serve a costruire la relazione. Questa fase è caratterizzata da una miscela biochimica di ormoni (dopamina, ossitocina, endorfine, serotina) che scatenano i tipici comportamenti degli innamorati: ricerca del piacere, attrazione fisica, bisogno di contatto fisico, farfalle nello stomaco, batticuore e buonumore ma avviene anche una riduzione dell'attività della corteccia frontale e dell'amigdala che diminuiscono il ragionamento razionale e la percezione della paura. Meglio non prendere decisioni importanti in questa fase, perché l'obiettività è offuscata dal "prosciutto sugli occhi".


2) LOTTA AL POTERE
Il cervello smette di produrre così tanta dopamina, ossitocina ed endorfine che impedivano di vedere le differenze, i difetti e i limiti. Si scopre che il partner non è così perfetto come si pensava, allora si cerca di cambiare forzatamente l’altro/a per farlo/a tornare ad essere il partner ideale di prima. Ma non funziona. Si scoprono i difetti, le cose che non ci piacciono dell’altro/a. C'è chi dice: <<non sei più come prima>> o <<non sento più quello che sentivo prima>>. Certo, perché l'effetto biochimico è venuto meno, ma non vuol dire che sia finito l'amore, anzi deve ancora arrivare il "vero amore", è solo l'inizio. Eppure molte coppie si lasciano perché la pensano così e continuano a passare da una relazione all'altra credendo di cercare l'amore, quando in realtà cercano l'innamoramento basato sulla "bomba biochimica". Chi sopravvive è chi è disposto a lavorare sul rapporto e accettare l'altro. Perché questo stadio di lotta per il potere possa essere superato in modo sano è necessario che i due partner della coppia: Accettino e apprezzino le differenze reciproche; Imparino a condividere il potere decisionale e a rendersi conto che l'uso della forza non potrà mai ottenere ciò che si desidera in amore; capiscano che una relazione prevede sia una dimensione individuale sia una di coppia; rinuncino ad alcune fantasie e bisogni personali per mettere al primo posto l’armonia di coppia senza lotte né manipolazioni.   

3) STABILITÀ 
Quando una coppia ha imparato a confrontarsi senza che vi sia necessariamente un vincitore ed un vinto, allora la relazione diviene più matura e più profonda.  Diventa finalmente chiaro che non è necessario cambiare il partner perché il rapporto funzioni. Ambedue i partner sono ok seppur nella loro diversità; i conflitti e i tentativi di cambiare l’altro non scompaiono, ma si cerca di affrontarli in modo costruttivo per conoscersi e definirsi meglio. Entrambi sanno chiaramente quali sono i confini di ciò che l’altro può e non può dare ed imparano a muoversi nel rispetto reciproco, riconoscono di avere dei bisogni che non possono essere soddisfatti all’interno della coppia, tornano a cercare gli amici e i familiari che avevano trascurato nelle fasi precedenti. E ciascuno riscopre i propri interessi distinti e le proprie attività della vita quotidiana al di fuori della coppia.

4) IMPEGNO 
Questa è la fase in cui si è effettivamente pronti ad impegnarsi, per sposarsi. Molte coppie si sposano durante la fase romantica prima di aver imparato a gestire i conflitti. Spesso si lasciano o passano da una relazione all’altra perché non sono riusciti a raggiungere l’accettazione reciproca. Ora finalmente accettano integralmente i difetti di sé, dell’altro e della relazione, non mettono più in atto i tentativi di “rimodellare” l’altro. Non cercano più di cambiare/modellare l’altro come si vorrebbe che fosse, ma piuttosto di cambiare/modellare se stessi. In questa fase i partner sono in grado di trovare soluzioni creative alle tensioni di coppia, trovano soddisfazione nella propria vita e sviluppano un legame profondo e reciprocamente soddisfacente col proprio partner.

5) CO-CREAZIONE 
In questa fase la coppia sceglie di formare una squadra; sposa un progetto da portate avanti insieme nel mondo. Può essere qualunque cosa: matrimonio, comprare casa, allargare la famiglia, aprirsi verso un progetto lavorativo, umanitario, ecc. Il rischio, in questa fase è di impegnarsi così tanto verso l’esterno al punto da trascurare se stessi e la coppia stessa. 

Così come una piantina necessita di acqua, sole e terra per crescere e fiorire, allo stesso modo una relazione ha bisogno di cure e attenzioni da parte dei componenti, perché questa possa fluire in modo armonioso ed i membri della coppia possano sentirsi pienamente realizzati ed emotivamente soddisfatti. 

Alcuni psicologi associano, invece, il concetto di amore a quello di attaccamento, ossia quello speciale legame che si crea sin dai primi momenti di vita con una figura di riferimento, il genitore, il quale viene esperito come “base sicura”, ovvero colui a cui rivolgersi nei casi di pericolo o minaccia per ricevere protezione e sicurezza (Bowlby, 1969). 

Perché una relazione sia definita d'attaccamento, devono essere presenti almeno tre condizioni di base: la ricerca della vicinanza, la protesta per la separazione e la base sicura.
Dunque, come ci si attacca al genitore, similmente ci si "attaccherebbe" anche al proprio partner desiderando mantenerne la vicinanza, vivendolo come fonte di rassicurazione e rattristandosi quando non è vicino. 

Secondo Grazia Attili queste stesse condizioni sarebbero gli indicatori del vero amore, che si presentano in funzione dello stadio di sviluppo della relazione; infatti è soprattutto nella fase iniziale di un rapporto che si sente il forte desiderio di vicinanza e contatto, successivamente emerge l'ansia da separazione (segnale che il legame di attaccamento è formato) e diventa importante fornire un supporto reciproco.




Per approfondimenti: 
- Attili, G. (2004). Attaccamento e amore. Bologna: il Mulino.
- Bowlby J. (1969). Attaccamento e perdita, vol.1. L'attaccamento alla madre. Torino: Boringhieri 1972.
- Campbell S. (1980). The couple's journey: Intimacy as path to wholeness